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Draghi, in arrivo un decreto per l'obbligo vaccinale operatori sanitari

Sanità pubblica Redazione DottNet | 26/03/2021 18:02

La campagna deve puntare sull'età come criterio prioritario. Ecco il nuovo piano vaccinale

Una conferenza stampa fiume quella di ieri del premier Draghi che ha affrontato tutti i temi del momento con la solita lucidità che lo contraddistingue. Tra gli argomenti spicca senza dubbio il tema degli operatori sanitari che rifiutano la vaccinazione:  "Il governo intende intervenire: non va bene che operatori sanitari non vaccinati siano a contatto con malati. Quindi immagino che arriverà un decreto. La ministra Cartabia sta prendendo un provvedimento a riguardo", ha commentato il premier. Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro della Salute, Roberto Speranza: "è una norma a nostro vaglio ma riconosciamo che l'adesione del personale sanitario è stata molto ampia, è la stragrande maggioranza e ha dato il buon esempio. C'è un pezzetto molto minimale, che stiamo quantificando, sul quale valutiamo un intervento con una norma".

Altro punto di vitale importanza per il primo ministro è il calendario della campagna vaccinale che deve puntare necessariamente sul criterio dell'età. "Quello che ho detto in Parlamento alle Regioni era una reazione spontanea davanti alle differenze tra le varie regioni. La Costituzione attribuisce al governo centrale competenze in caso di pandemia. Il mio richiamo era anche un appello a collaborare, il richiamo era inteso a dire che bisogna vaccinare i fragili e gli ottantenni e poi andare in ordine di età, ho anche detto che il criterio dell'età deve tornare a essere prioritario. Perché si vedono categorie che sono state vaccinate prima e non si capisce perché siano più esposte degli ultraottantenni che poi sono i nonni che stanno con i nipoti", ha precisato Draghi. Sulla produzione del vaccino in Italia, il premier ha confermato sarà possibile "in tre-quattro mesi".

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L'età dei vaccinati, come dicevamo, per Draghi è di grande rilevanza. E le Regioni su questo punto non sembra stiano lavorando in sintonia. Per esempio  Sardegna e Toscana, sono riuscite ad assicurare il ciclo completo rispettivamente ad appena il 5,6% e il 6,1% dei propri ottantenni. Sotto la media nazionale (19,1% secondo i dati della fondazione Gimbe aggiornati alle 6 del 24 marzo) compaiono molte altre regioni, tra cui al Nord Lombardia e Piemonte e al Sud Calabria e Sicilia  Va ricordato che le raccomandazioni del ministero della Salute hanno aggiornato lo scorso 10 marzo le categorie del piano strategico nazionale cui spetta la priorità per la vaccinazione: oltre a over 80, operatori sanitari e sociosanitari, personale non sanitario, ospiti di strutture residenziali, sono state inserite «persone estremamente vulnerabili», personale docente e non docente, scolastico e universitario, forze armate, di polizia e del soccorso pubblico, servizi penitenziari e «altre comunità residenziali».

In Campania, sotto la voce "altro" nel modulo online per l'adesione alla campagna vaccinale si sono "intrufolati" molti non avneti diritto: agli anziani che hanno compiuto 80 anni sono state destinate il 3 0,7% delle somministrazioni, alla categoria “altro” il 17,7 per cento. In Italia la voce indefinita su 8.506.277 somministrazioni vale circa l’11% (939.369 dosi in termini assoluti). Il richiamo di Draghi alle Regioni a prediligere la vaccinazione degli anziani ha tirato in ballo la Toscana, penultima nel trattamento riservato agli over 80. La Regione ha scelto di immunizzare tutto il personale sanitario (amministrativi inclusi) e ha incluso gli avvocati, compresi nella voce “altro” che rispetto al totale delle somministrazioni è pari al 10,8%. Rispondendo alle polemiche per aver riservato dosi di AstraZeneca a tutto il personale degli uffici giudiziari (legali compresi) il presidente toscano Eugenio Giani aveva spiegato che "la logica, che non è nostra ma che ci è stata data da Roma fin dall’inizio, è stata che le tre categorie che dobbiamo coprire erano scuola, sanità e giustizia, che sono le tre categorie su cui si regge una comunità". In Campania agli anziani che hanno compiuto 80 anni sono state destinate il 3 0,7% delle somministrazioni. Alla categoria “altro” il 17,7 per cento.

In un contesto così complesso c'è da registrare il dato che riguarda sette Regioni/Province Autonome che si trovano sotto la media nazionale della capacità di somministrazione giornaliera di dosi vaccinali nell’ultima settimana (Calabria, Campania, Piemonte, PA Bolzano, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta), pur non essendo le uniche che devono migliorare la propria performance. Considerando il valore 500.000 pari al 100% delle somministrazioni indicate come obiettivo dal Piano Vaccinale Anticovid, il gap giornaliero medio dell’ultima settimana è pari al 69% (343.499 somministrazioni), in quanto nell’ultima settimana la capacità media di somministrazioni giornaliere è stata pari a 156.501, di cui 87.861 sono prima dose e 68.820 sono seconda dose. Al 22 marzo, 10 regioni (Lazio, Puglia, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Umbria, Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte e Marche) registrano la più elevata pressione per tasso di saturazione sia in area non critica sia in terapia intensiva.

Intanto è stato pubblicato in Gazzetta il nuovo decreto del Ministero della Salute con l’aggiornamento del piano. Continueranno prioritariamente le vaccinazioni per gli over 80, il personale della scuola e le Forze dell’Ordine per cui già da settimane sono iniziate le immunizzazioni. Ma a questo punto il piano rispetto alla precedente versione cambia. Vengono infatti identificate 5 nuove categorie prioritarie in base all’età e alla presenza di condizioni patologiche.
 
- Categoria 1. Elevata fragilità (persone estremamente vulnerabili; disabilità grave);
 
- Categoria 2. Persone di età compresa tra 70 e 79 anni;
 
- Categoria 3. Persone di età compresa tra i 60 e i 69 anni;
 
- Categoria 4. Persone con comorbidità di età <60 anni, senza quella connotazione di gravità riportata per le persone estremamente vulnerabili;
 
- Categoria 5. Resto della popolazione di età <60 anni.
 
Sono inoltre considerate prioritarie le seguenti categorie, a prescindere dall’ età e dalle condizioni patologiche, quali:
- Personale docente e non docente, scolastico e universitario, Forze armate, di Polizia e del soccorso pubblico, servizi penitenziari e altre comunità residenziali.
 
Sarà inoltre possibile, qualora le dosi di vaccino disponibili lo permettano, vaccinare all'interno dei posti di lavoro, a prescindere dall'età, fatto salvo che la vaccinazione venga realizzata in sede, da parte di sanitari ivi disponibili, al fine di realizzare un notevole guadagno in termini di tempestività, efficacia e livello di adesione.
 
 

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